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PGT

PUBBLICHIAMO LE

OSSERVAZIONI PRESENTATE AL SINDACO RELATIVE AL PGT APPROVATO IL 25/3/13

Osservazioni al PGT di Trezzano sul Naviglio

(art. 13 L.R. 12/2005)

A cura del Coordinamento dei Comitati di Quartiere Azalee, Mezzetta, TR1, TR3, TR4

Trezzano sul Naviglio, 8 settembre 2012

1 – Nuovi insediamenti

2 – Area ex Demalena

3 – Area Stazione ferroviaria

4 – Naviglio Grande e verde pubblico

5 – Viabilità

6 – Pista ciclabile Largo Risorgimento

1 – Nuovi insediamenti

Il PGT prevede interventi residenziali equivalenti a circa 3.500 nuovi abitanti, (vedi Documento di piano Allegato agli indirizzi normativi tabella riassuntiva pag. 4).

Riteniamo che questi interventi rischiano di aggravare ulteriormente le attuali criticità di traffico, inquinamento e carenza di servizi.

Uno sviluppo equilibrato di Trezzano sul Naviglio richiede, a nostro avviso, che i nuovi insediamenti residenziali siano rispondenti al reale fabbisogno abitativo, sia per il numero di nuovi vani che per il tipo di offerta abitativa.

Noi riteniamo pertanto che, sulla base del patrimonio abitativo già esistente e delle previsioni di uno sviluppo demografico equilibrato, i nuovi insediamenti residenziali dovrebbero essere il più possibile contenuti nel numero e indirizzati a rispondere alla domanda abitativa accessibile economicamente, con una percentuale prevalente di edilizia sociale, e in misura minore, di edilizia convenzionata e di edilizia libera.

2 – Area ex Demalena

(vostro riferimento: Ambito di Trasformazione Strategico AT.S – Via Matteotti, Lazzati, Marchesina e via Rosselli)

L’intervento contenuto nel PGT prevede una SLP (Superficie lorda complessiva) di 27.412 Mq e 623 nuovi abitanti.

Sulla base di quanto espresso al punto 1 esprimiamo un parere critico sulle dimensioni di tale intervento che avrebbe un impatto fortemente negativo sulla vivibilità complessiva dell’intera zona.

Riteniamo pertanto che una riqualificazione strategica di quell’area richieda un drastico ridimensionamento per la parte relativa al residenziale e un potenziamento per quanto riguarda gli spazi di verde pubblico e servizi.

(vedi nostro Progetto allegato)

3 – Area Stazione ferroviaria

(vostro riferimento: Ambito di Trasformazione integrato AT i 1 – Via Volta, Eison)

Il PGT prevede un intervento con una SLP di 7.360 Mq e 117 nuovi abitanti.

Riteniamo che in quest’area sia ingiustificato un intervento residenziale e debba essere invece potenziata la funzione aggregativa e commerciale, con una attenzione particolare alla valorizzazione della vocazione agricola e ai prodotti del  Parco sud.

(vedi nostro Progetto allegato)

4 – Naviglio Grande e verde pubblico

Il PGT non prevede interventi di valorizzazione del Naviglio Grande e della sua integrazione con spazi di verde pubblico, da offrire ai cittadini.

A questo riguardo proponiamo il Progetto dell’Imbarcadero che permetterebbe, a costi molto contenuti, di utilizzare l’acqua del Naviglio inserendola in una nuova area di verde pubblico per realizzare un luogo di relax a disposizione dei cittadini.

(vedi nostro Progetto allegato)

5 – Viabilità

Il PGT recepisce gli interventi di grande viabilità  programmati a livello provinciale dal PTCP.

Noi riteniamo che per intervenire sui problemi di viabilità, e del conseguente inquinamento, le priorità siano le seguenti:

a – dare la precedenza alla realizzazione del Lotto relativo all’attraversamento Nord-Sud, con un nuovo ponte che permetta di assorbire l’attuale traffico veicolare sul Ponte Gobbo di Via Roma;

b – prevedere una fase di approfondimento con il coinvolgimento dei cittadini per il Lotto tra la Vecchia Vigevanese e la Strada Provinciale per Zibido (SP 139), per esaminare le possibili ricadute in merito ai rischi di nuovo consumo del suolo, per la salute dei cittadini e per la tutela del Parco Agricolo Sud;

c – mettere in sicurezza il transito veicolare tra la Vecchia Vigevanese e la Tangenziale Ovest, attraverso un primo intervento di carattere immediato e provvisorio, in attesa di un successivo intervento di carattere definitivo;

e – intervenire con lo stesso criterio di cui al punto c, sugli incroci della Strada per Zibido con la Via Salvini e la Via Carlo Salerno, attraverso un primo intervento urgente e provvisorio, in attesa si un successivo intervento di carattere definitivo;

(vedi nostro Progetto allegato)

6 – Pista ciclabile Largo Risorgimento

Prevedere un intervento di Pista ciclabile in Largo Risorgimento che permetta di mettere in sicurezza il transito sull’Alzaia Naviglio Grande e di riqualificare e valorizzare il Ponte Gobbo, come luogo di interesse storico e paesaggistico di Trezzano.

(vedi nostro Progetto allegato)

Documenti allegati:

1 – Presentazione – Progetti Area Stazione – Area Demalena – Imbarcadero http://coordcomitati.altervista.org/Progetti/Presentazione_Trezzano_ANALISI.pdf

2 – Progetto viabilità

http://coordcomitati.altervista.org/Progetti/viabilita.pps

3 – Progetto pista ciclabile Ponte Gobbo http://coordcomitati.altervista.org/Progetti/ciclabile_20aprile.pps

A cura di: Unione Comitati di Trezzano

All’Autorità Procedente

Sindaco Giorgio Tomasino

All’Autorità  Competente

Arch. Candiani

Trezzano, 11 Dicembre 2012

OSSERVAZIONI

al Piano Generale del Territorio

 

L’Unione dei Comitati di Quartiere, ritiene doveroso, in nome e per conto dei sette comitati rappresentanti, della società civile e dei cittadini trezzanesi, esprimere il proprio dissenso per la forma ed il contenuto del piano adottato.

Occorre innanzi tutto premettere alcune note relative alla correttezza formale degli atti ed alle tempistiche adottate; note che hanno valenza per tutte le osservazioni presentate:

–          Su un piano così importante per il futuro urbanistico e al tempo stesso di vivibilità per i cittadini trezzanesi l’amministrazione comunale si è limitata ad effettuare sei o sette assemblee pubbliche (alle quali esclusi pochi cittadini hanno partecipato i soliti addetti ai lavori) senza coinvolgere quindi e far diventare protagonista in modo pratico quella collettività che è  la principale interessata alle scelte inserite nell’importante strumento che regolerà lo sviluppo di Trezzano nei prossimi  anni.

–          A questo proposito si fa notare che nel 2011 i sette Comitati che fanno capo all’Unione grazie a consistenti sacrifici economici hanno promosso e realizzato un sondaggio diffondendo attraverso una società specializzata un questionario con tredici domande; questionario che fu recapitato a 3.000 famiglie delle quali ben 583 risposero inserendo lo stesso questionario in apposite urne collocate in numerosi punti commerciali locali.

–          Considerate le  importanti risposte ricevute e diffuse attraverso i mezzi di informazione l’Unione dei Comitati si aspettava che l’Amministrazione Comunale, che è dotata di migliori mezzi economici e organizzativi, decidesse di mettere in atto la stessa strategia consultando tutta la collettività trezzanese; cosa che invece non è stata fatta.

–          A conclusione di queste brevi note iniziali ci vediamo costretti a rimarcare che se l’Amministrazione Comunale avesse promosso il sondaggio e ascoltato le indicazioni dei cittadini con ogni probabilità non avrebbe posto in essere un Piano Generale del Territorio che nelle sue parti essenziali (incremento della popolazione, servizi, centri commerciali, rispetto delle promesse elettorali ecc.) è in netto contrasto con la volontà che i cittadini hanno espresso attraverso le risposte date  al  nostro sondaggio.

Premessa di carattere generale sul Piano Generale del Territorio di Trezzano

 

Il nuovo strumento urbanistico è improntato soprattutto alla riqualificazione e recupero di aree industriali ed artigianali con il cambio di destinazione d’uso delle relative aree in residenziali.

Tale scelta, condizionata dall’impossibilità di espansione della città poiché i terreni non ancora costruiti ricadono in ambiti tutelati quali il Parco Sud, comporta notevoli ricadute negative sul futuro di Trezzano anche se  apparentemente si vuol fare percepire che la programmazione prevista porti solo benefici al paese.

Il primo aspetto che non viene assolutamente affrontato è quello del depauperamento del tessuto artigianale-industriale che ha consentito a Trezzano di divenire, negli anni ottanta, una tra le più floride realtà del Milanese. Tale fatto, quando la crisi si avvierà alla soluzione non consentirà più l’insediamento di attività produttive che costituiscono la ricchezza di una comunità. La mancanza di tali attività influenzerà anche gli insediamenti abitativi, poiché certamente non si può pensare che Trezzano diventi una località ambita di residenza (es. Milano 3) a causa della sua situazione geografica e ambientale locale (traffico-inquinamento-scarsità di servizi). Senza attività, senza grandi attrattive di vivibilità e servizi, costo delle abitazioni = poco appetibilità di alloggi (fatto questo già in essere attualmente stante il gran numero di appartamenti vuoti nelle realizzazioni edilizie degli ultimi 5/10 anni).

Dall’esame delle varie relazioni dei documenti di piano si rileva un profondo e quasi esasperato obiettivo di costruire piste ciclabili per favorire la mobilità su due ruote. Questa ipotesi, in parte condivisibile, non viene analizzata e raffrontata con le realtà locale: territorio frazionato e sviluppato su assi lunghi, popolazione sempre più anziana che ha perso l’abitudine “paesana” di spostarsi in bicicletta (è stato ad esempio ipotizzato quali e quante persone potranno pedalare dalla via Salvini o zona marchesina al parco del centenario? o al cimitero nuovo?), inoltre anche le piste sinora realizzate sono ciclopedonali ovvero polivalenti per ciclisti e pedoni, con grandi rischi per l’incolumità di quest’ultimi vedasi via IV novembre che viene percorsa a grande velocità da ciclisti anche in presenza di bambini che escono da scuola o si dirigono verso l’oratorio) se si vuole che siano realmente utilizzate per la mobilità, ove vi è traffico pedonale come nelle zone centrali devono essere solo ciclabili e i pedoni devono avere a disposizione il marciapiedi tanto più se si vuole garantire l’abbattimento delle barriere architettoniche, una persona in carrozzina, un anziano che cammina piano o una mamma con un passeggino non possono essere in balia di spericolati che pensano di correre in pista

SCHEDA NUMERO UNO

Incremento popolazione

Indipendentemente dai numeri che circolano a seconda delle angolazioni dalle quali vengono interpretate le fredde cifre iniziali resta un dato di fatto: l’incremento della popolazione sarà notevole.

Un aumento che consideriamo spaventoso soprattutto perché il Pgt è sprovvisto di precise e identificate strutture scolastiche e di chiare e individuate aree per i servizi.

Se a queste considerazioni si aggiunge che gli ultimi edifici scolastici, sportivi e sanitari realizzati  a Trezzano sono stati deliberati negli anni settanta si può capire il perché dell’aggettivo “spaventoso” affiancato alla percentuale del previsto aumento della popolazione.

Un Pgt che prevede di cancellare il sistema produttivo esistente (le aree produttive che dovrebbero diventare residenziali oscillano intorno ai 230.000 mq) e di puntare decisamente ad un considerevole aumento degli abitanti anziché rivolgere le sue attenzioni alla pianificazione dell’esistente, alla vivibilità di una collettività che abita in un contesto spaccato in tre quartieri, agli indici (superiori a quelli della città di Milano) dei gas di scarico delle centinaia di migliaia di vetture che l’attraversano, senza un punto d’incontro riservato ai pedoni e sprovvisto di una qualsivoglia tangenziale locale, non può certamente essere considerato uno strumento creato e realizzato per i cittadini.

Altra evidenza che salta all’occhio, nell’esame dei documenti di Pgt è l’assenza di definizione dei servizi che saranno necessari sia per soddisfare le esigenze degli attuali residenti che della popolazione futura. A tale proposito va sottolineato che si esaminano sempre problemi come se i futuri abitanti teorici siano circa 3000 ma occorre tener presente le potenzialità degli interventi in fase di realizzazione che comporteranno circa altri 4000 abitanti teorici, ovvero circa 7000 nuovi abitanti pari ad un incremento del 38% della popolazione di riferimento.

Conclusioni

In mancanza di precise localizzazioni di strutture dedicate ai servizi sociali, culturali, sportivi e soprattutto scolastici e di atti o delibere già approvate o in fase di approvazione per assicurare gli stessi alla collettività, a fronte del notevole aumento degli abitanti previsto non possiamo che esprimere un giudizio negativo.

SCHEDA NUMERO DUE

Centri commerciali

Definire “ambito di trasformazione orientato alla riqualificazione funzionale dell’area tra il Naviglio, la Vecchia Vigevanese e la Tangenziale” la riproposizione o addirittura l’ampliamento degli attuali spazi destinati all’attività commerciale della Brum e “riqualificazione funzionale dell’area localizzata tra la tangenziale, la linea ferroviaria e la Nuova Vigevanese che interesserà lo spazio verde esistente e la dimessa attività della Scapa” ci sembrano due forzature del tutto fuori luogo.

Probabilmente gli estensori dei due progetti non abitano a Trezzano e non sono mai transitati sulla nuova e sulla vecchia vigevanese in determinati orari della giornata ed in particolare il sabato.

Queste due importanti arterie, grazie ai numerosi centri commerciali esistenti sul limitrofo territorio di Corsico ed in parte su quelli di Cesano Boscone e Trezzano già oggi il più delle volte sono intransitabili tanto che i cittadini a più riprese hanno in passato raccolto delle firme e incaricato i comitati di quartiere a sensibilizzare il comune di Trezzano affinché protestasse  con i comuni limitrofi per le difficoltà create ai cittadini trezzanesi e soprattutto per i pericoli derivanti dall’impossibilità di transito persino delle autolettighe delle varie croci dirette al S. Carlo in particolare e agli ospedali milanesi in generale.

In questo preoccupante contesto l’amministrazione comunale di Trezzano cosa fa? A fronte di fortunate circostanze che gli consentirebbero di trasformare da commerciale ad industriale le aree dismesse, inserisce nel piano generale del territorio la riproposizione delle aree commerciali; riproposizioni che consentiranno agli operatori di realizzare strutture che calamiteranno altre migliaia di vetture provenienti da tutta la regione.

Il risultato di questa sconsiderata decisione sarà solo uno: ulteriori e gravi problemi per quella popolazione trezzanese che da anni chiede esattamente il contrario; meno traffico, meno inquinamento, più vivibilità, eliminazione dei centri commerciali trezzanesi esistenti nei pressi della tangenziale e proteste del comune di Trezzano nei confronti della città di Corsico.

Conclusioni

 

Preso atto della insostenibile situazione esistente sia sotto il profilo della viabilità sia per quanto concerne il numero dei centri commerciali di media e grande distribuzione esistenti sui territori di Trezzano, Corsico e Cesano Boscone in prossimità della tangenziale Ovest non possiamo che esprimere un fermo e deciso dissenso sull’eventualità di un potenziamento, di una riproposizione o addirittura di volumetrie inferiori al precedente Prg di punti vendita che soffocherebbero la vivibilità della collettività trezzanese.

 

SCHEDA NUMERO TRE

Lottizzazione area verde Cascina Antonietta

 

Affrontando questo problema teniamo subito a precisare che l’area esistente in zona Cascina Antonietta rappresenta uno dei due immensi polmoni verdi (l’altra è l’area ex Casati Stampa) rimasti in un comune che nel corso degli anni  ha ormai cementificato tutto quello che era possibile cementificare.

Fatta questa precisazione aggiungiamo che l’area è lontana dal centro cittadino e che di conseguenza se proprio la si voleva utilizzare questo doveva essere fatto per liberare lo stesso centro cittadino dalle attività produttive.

Prevedendo su questa area insediamenti produttivi piccoli, medi e grandi, l’amministrazione comunale avrebbe ottenuto due importanti risultati: liberare il centro cittadino di attività produttive e al tempo stesso creare un abitat più consono per tutti gli abitanti e salvaguardare, mantenendolo sul proprio territorio quel tessuto produttivo che invece sta gradualmente abbandonando Trezzano proprio perché il nostro comune a differenza di molti altri non ha mai previsto possibilità di delocalizzazioni nell’ambito dei propri confini.

Una disattenzione e una mancanza di capacità previsionale che, ha provocato, nel corso degli anni perdite di posti di lavoro, confusioni urbanistiche, uno sviluppo disordinato e grossi problemi per la collettività.

Fatte queste precisazioni ed entrando nel merito specifico di quanto previsto nel Pgt, ci sentiamo di affermare che Trezzano è già spezzata in tre specifici quartieri e che con questo insediamento si doterà del quarto quartiere con specifiche caratteristiche di quartiere dormitorio.

Secondo il piano verranno utilizzati 16.225 mq pari a 50.297 mc che in parole povere vogliono dire un insediamento di diverse centinaia di persone, la realizzazione di attività commerciali come ad esempio un Hotel e in pratica nessun servizio.

Quindi in quella zona che si trova a cavallo della Tangenziale Ovest sono previsti un insediamento (al di la della stessa tangenziale) sprovvisto di servizi e un importante centro commerciale di qua della super affollata arteria ma nella stessa area  e pertanto con un preciso riferimento sulla Vecchia Vigevanese.

Due interventi che in comune avranno un solo pregio: isolare i trezzanesi dalla metropoli milanese con l’aggravante che chi andrà ad abitare in quel luogo sarà isolato non solo da Milano ma anche dal centro cittadino del comune nel quale abita.

Occorre, infine sottolineare che anche l’ipotesi di grande centro commerciale con il ripensamento dello svincolo della tangenziale farà sì che le scuole della Marchesina si trovino, con molta probabilità in zona ancora più inquinata da traffico e rumore con le conseguenti ripercussioni negative.

Conclusioni

 

A fronte di tutto quanto esposto, non possiamo che essere contrari a quanto previsto dal Pgt sulla lottizzazione dell’area in questione. Ribadiamo inoltre che se proprio si vuole incominciare ad utilizzare quell’area allora la si utilizzi per dar vita ad un Pip che consenta di trasferire all’esterno del centro abitativo la produttività. Creare un quarto e isolato quartiere farebbe felici due o tre proprietari di terreni e scontenta tutta la cittadinanza trezzanese.   

 

 

SCHEDA NUMERO QUATTRO

Strutture scolastiche e sanitarie

 

Dall’analisi del piano dei servizi relativamente agli edifici scolastici risulta che già ad oggi i valori sono sotto agli indici di legge rif. L.R. 51/75, a tale proposito occorre notare che non appare certo che si sia tenuto conto nel verificare la disponibilità di aule, che la didattica attuale prevede spazi che esulano dalle singole aule per le classi ma necessità di laboratori di vario tipo che sottraggono di fatto aule. A fronte dei nuovi insediamenti previsti, soprattutto per la zona centrale lungo il naviglio, verranno a mancare aule necessarie a soddisfare la richiesta dei residenti, le previsioni ipotizzano il solo ampliamento della scuola materna Beltramini (per altro non se ne vede lo spazio). In zona Marchesina si prevede la trasformazione più consistente, in quanto si ipotizza la demolizione dell’asilo nido con la conseguente ricostruzione in altra zona lontana dagli esistenti plessi scolastici e l’ampliamento della scuola materna nel parchetto di via San Cristoforo.

Occorre fare anche una considerazione di ordine generale in merito a tutte le scuole, ovvero che con le ultime riforme sono stati incrementati il numero degli alunni per classe e manca una verifica che attualmente le classi e le scuole abbiano i requisiti minimi di legge per poter contenere l’utenza che di fatto hanno ed è prevista per il futuro.

La scelta di spostamento del nido appare quantomeno contraddittoria, in quanto per quello da realizzare a carico degli operatori in zona Brunelleschi si prevede l’accorpamento al complesso scolastico scuola dell’infanzia, primaria e primaria di secondo grado così da realizzare un unico polo, mentre per la Marchesina si programma l’esatto opposto, allontanando il nido dal complesso scolastico per collocarlo in zona più periferica su area che non si sa neppure se dovrà essere bonificata in quanto non nota l’attività svolta in precedenza nella stessa area interessata dalla permuta. Insomma un piano che da una parte esalta gli accorpamenti e dall’altra, incredibilmente, li rinnega.  Ulteriore nota etica è quella relativa all’architettura “usa e getta”, solo negli ultimi decenni è diventato uso corrente demolire edifici che non raggiungono neppure il mezzo secolo, se fosse stato fatto così anche precedentemente, non avremmo più nessuna traccia neppure dei più illustri architetti. Il nido di Trezzano è un esempio di nuova architettura italiana con stile innovativo per l’epoca di realizzazione tanto che in passato numerose delegazioni provenienti dall’Emilia e dalla Toscana si sono recate a Trezzano per visitarlo.

La proposta è talmente sconcertante che riteniamo un eufemismo il solo pensare alla sua demolizione. Se poi si prende atto che la demolizione dovrebbe avvenire per favorire i titolari di un centro commerciale ci limitiamo a restare basiti e a non fare ulteriori commenti.

A dimostrazione delle incongruenze che emergono nel Pgt riportiamo inoltre ciò che c’è scritto sul Pgt a proposito di strutture a attività sanitarie e scolastiche:

Per quanto concerne le strutture per le attività sanitarie e socio assistenziali la disponibilità è deficitaria qualitativamente e quantitativamente.

Va detto che gli edifici scolastici presenti sul territorio, mostrano problematiche di tipo manutentivo direttamente connesse all’età e all’epoca di costruzione riconducibile alla metà degli anni 70.

Le scuole dell’infanzia e dell’obbligo hanno una dotazione per abitante di 3.73 mq. che è sotto

Alla dotazione minima di 4.5mq utilizzata dalla L:R: 51/75

Scuola Beltramini:   necessita del rifacimento dell’impianto elettrico.

Scuola Turati:          l’edificio necessita di interventi

Scuola  Brutto:        l’immobile necessita di interventi di adeguamento dell’impianto elettrico e

                               sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica

Scuola Franceschi: Necessita di riqualificazione del cortile e di interventi sulla rete di

                                distribuzione dell’impianto termico

Scuola Basso:        gli spazi esterni necessitano di riqualificazione

Papa Giovanni 23°: La scuola necessita di interventi sugli spazi esterni e sulle coperture

                                che hanno ancora l’amianto

Gobetti:                   dovrà essere oggetto di interventi per la rimozione e la sostituzione della

                               Copertura in amianto.

Dopo queste non certo lusinghiere esposizioni sempre su i documenti del Pgt compare un’analisi delle previsioni per i prossimi tre anni dove emerge che con la popolazione attuale ci saranno nel 2013/2014 ben 153 alunni in più dei quali 101 nella sola scuola dell’infanzia.

A questo punto ogni commento ci sembra superfluo.

Conclusioni

A fronte di una situazione così pesante per non dire drammatica ci aspettavamo di trovare nel Pgt una frase con la quale l’amministrazione comunale affermasse di aver già deliberato degli incarichi professionali atti alla presentazione e all’approvazione da parte del consiglio comunale di preliminari relativi a nuove strutture; preliminari da rendere operativi nel breve volgere di qualche mese; ed invece nulla, compaiono solo propositi rimandati nel tempo nonostante pubblici amministratori e tecnici siano perfettamente a conoscenza del fatto che l’iter burocratico di una amministrazione comunale per realizzare una struttura pubblica, dall’approvazione definitiva dei progetti all’inaugurazione dello stabile, non è mai inferiore ai tre anni.

SCHEDA NUMERO CINQUE

 

Demalena-Marchesina

 

Nessuna obiezione sulla trasformazione d’uso di quest’area che giorno dopo giorno diventa sempre più fatiscente.

Parallelamente al si teniamo però a fare tre precisazioni:

a)        riteniamo indispensabile che la convenzione con il privato preveda nella premessa la clausola che la concessione sarà rilasciata a condizione che prima dell’abbattimento dell’esistente e della realizzazione dei nuovi stabili venga risolto il problema viabilità.

b)       che in attesa della costruzione degli stabili venga, in tempi brevi, approntato e realizzato il piano di bonifica delle lastre di amianto poste a copertura del tetto e fatto verificare dai tecnici dell’Asl se necessiti di bonifica anche il terreno.

c)        Che si colga l’occasione di questa grossa urbanizzazione per sistemare la rete fognaria attualmente più che precaria, assicurare al quartiere servizi e sicurezza e dotare l’area di verde; insomma, dar vita ad un intervento che privilegi la qualità di vita rispetto alla quantità dell’insediamento.

Brenntag

Abbiamo la ferma convinzione che Comune, Provincia e soprattutto Arpa e Regione che sono i principali responsabili del controllo non si rendano conto della reale situazione di pericolosità di questa azienda (ritenuta ad alto rischio anche dal Ministero) sia perché ha i confini a pochi metri dalla ferrovia, sia perché sorge al centro di un popoloso insediamento dove esistono anche delle scuole.

Il tergiversare e il non assumere precisi comportamenti atti a concretizzare quella delocalizzazione che i cittadini stanno aspettando da anni lo riteniamo molto grave.

Come riteniamo grave non affrontare seriamente il problema dei costi della bonifica; ci si domanda infatti come si può stabilire se i palazzi devono avere tre oppure venti piani o se gli stabili dovranno essere due oppure dieci oppure se gli indici dovranno essere di 0,65 o di 0,99 se prima non si è fatta una scrupolosa indagine per stabilire quali potrebbero essere i costi della bonifica.

Ribadiamo pertanto che solo ed esclusivamente attraverso un serio progetto operativo che preveda come prima cosa la verifica dei costi della bonifica è possibile stabilire e proporre delle volumetrie eque e insindacabili da parte dell’azienda.

Il continuare a discutere sulla base del nulla come è stato fatto sino ad oggi ha il solo risultato di lasciare le cose come stanno; se questo è l’obiettivo degli amministratori pubblici,(vedere per credere cos’hanno combinato nel corso degli anni all’Ilva di Taranto), è però indispensabile che i politici lo dicano subito e con chiarezza a tutta la cittadinanza.

Se non lo è la smettano di tergiversare e compiano quelle azioni che consentano ai cittadini di capire che esiste la volontà di affrontare e risolvere con serietà il problema.

Un’ultima considerazione: come mai la recinzione dell’azienda si trova ancora a due metri dalle rotaie e non ai VENTI previsti dal Decreto del Presidente della Repubblica n°753 e dall’articolo di legge n° 56 dello stesso decreto.

SCHEDA NUMERO SEI

Centro Storico

 

Anche su questa e importante area del territorio trezzanese non si notano quelle scelte che i cittadini stanno aspettando da anni e che le precedenti amministrazioni si sono sempre impegnate verbalmente a fare ma non hanno mai fatto.

Non solo, ma nostro malgrado siamo anche costretti a registrare difformità tra quanto ipotizzato dal Pgt e la realtà; difformità che emergono in modo evidente anche per quanto concerne l’edificio sito tra la via Roma e la via Circonvallazione; edificio che in base alla pagina 9 del piano delle regole dovrebbe essere preservato attraverso “il recupero delle strutture portanti”, tranne il fienile e il magazzino, ma ops la settimana prima dell’adozione del PGT è stato completamente demolito.

Preso atto che il Pgt prevede la conservazione di questa storica struttura  che invece è stata demolita ci si domanda se ciò è avvenuto abusivamente oppure in accordo con gli amministratori pubblici.

Delle due l’una: o la demolizione è avvenuta abusivamente e l’amministrazione comunale ha già assunto i necessari provvedimenti oppure è avvenuta sulla base di un preciso accordo tra gli operatori privati gli amministratori pubblici e i tecnici comunali. A questo punto ci si domanda come mai poche settimane dopo la stessa demolizione nel corso di in consiglio comunale è stato elaborato, discusso e approvato un Pgt che prevede esattamente il contrario di quanto è avvenuto.

Accertato che il danno è stato compiuto e che a questo punto non è più recuperabile se non sotto il profilo economico auspichiamo che si sfrutti l’occasione per allargare la strada sino al ponte gobbo assicurando più luce a quel tenebroso tratta di Via Roma.

Come auspichiamo che all’incrocio tra la Via Roma e la Via Circonvallazione non venga tolta la semaforizzazione per inserire l’ennesima e nello specifico caso controproducente  e nefasta rotonda.

Una trasformazione che non abbiamo remore a definire folle per molti motivi ma in particolare per i seguenti due:

a)        I cittadini rivendicano da anni la necessità di unificare i tre quartieri esistenti. Collegamento che tra il Quartiere Marchesina e il Centro Storico, per i pedoni, è garantito da un unico passaggio semaforico: quello esistente tra la Via Roma e la Via Matteotti. Se ai pedoni togliamo anche quello gli rimangono solo due possibilità: o volare oppure utilizzare le strisce pedonali su una strada che proprio l’amministrazione comunale ha deciso di velocizzare realizzando delle rotonde.

b)       Viene inserita nel Pgt una tangenziale che in prospettiva futura dovrebbe spostare il traffico  veicolare che oggi transita sulla Vecchia Vigevanese all’esterno delle abitazioni dando quindi al comune di Trezzano la possibilità di ridurre a strada di carattere locale il tratto della Vecchia Vigevanese che va dalla Tangenziale Ovest alla periferia di Trezzano in direzione di Gaggiano. A questo punto pur non essendo degli urbanisti ci si domanda se i piani previsionali hanno un senso oppure se chi li elabora li butta li continuando però a progettare e proporre singoli e inopportuni interventi isolati che hanno il solo scopo di far buttare dalla finestra centinaia di migliaia di euro della collettività. Non solo ma ci si domanda anche se ad elaborare il Pgt siano stati sempre gli stessi professionisti oppure tecnici di diversi studi che hanno inserito previsioni e disegni relativi a spicchi di aree  senza neppure verificare cosa avevano immesso gli altri.

Sempre per quanto riguarda il Centro Storico rammentiamo che è dal 1992 che l’Amministrazione Comunale aveva promesso ai cittadini l’inizio della pedonalizzazione con le Vie Quasimodo e Veneto lato Corsico collocando un ponte pedonale in legno all’altezza della Via Puccini.

Sono trascorsi vent’anni e i cittadini stanno ancora aspettando questo intervento iniziale di pedonalizzazione del quartiere; intervento che necessita solo di volontà in quanto i costi per la sua realizzazione sarebbero irrisori.

Conclusioni

 

 Alla luce di quanto evidenziato, delle centinaia di sollecitazioni ricevute e delle 583 risposte al nostro questionario si invita l’Amministrazione Comunale a cancellare la prevista rotonda all’incrocio tra le Vie Roma, Circonvallazione e Matteotti al fine di lasciare in vita quel semaforo che consente un attraversamento e un collegamento sicuro tra il Centro Storico e il quartiere Marchesina e  ad inserire nel Pgt sia l’allargamento della Via Roma sino all’incrocio con la Via Veneto, sia la pedonalizzazione con relativo ponte pedonale all’altezza della Via Puccini delle vie Quasimodo e Veneto lato Corsico.

TANGENZIALE ESTERNA

 

Ci permettiamo di segnalare che questa opera proposta  dal Piano del Territorio della Provincia e dallo stesso Pgt ha preso le mosse nel lontano 1973, su progetto dell’Arch. Airaldi, (uno dei più capaci urbanisti del momento), in quanto già sentita come elemento portante per deviare il flusso veicolare dal Centro di Trezzano s/N alla periferia e per consentire vivibilità e facilità di spostamento ai cittadini e, non ultimo, per diminuire il tasso di inquinamento già molto elevato nel nostro territorio. Opera che però, inverosimilmente, è rimasta sempre e solo nelle intenzioni delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1980 (data di approvazione del primo piano regolatore) sino ai giorni nostri, (salvo un piccolo intervento negli anni novanta). Indifferenza, mancanza di volontà e disimpegno che hanno prodotto tali problemi viabilistici e sanitari da arrivare a compromettere in modo significativo e forse definitivo il territorio comunale nel suo complesso  ed il centro abitato nello specifico. Definire vergognosa la disattenzione degli amministratori pubblici su questo problema è un’attenuazione semplicemente perché il danno provocato alla collettività trezzanese è immenso. Tecnici e amministratori pubblici che si sono succeduti in questi trent’anni saranno sicuramente ricordati negativamente dai cittadini che, nonostante abbiano promosso manifestazioni, raccolte di firme, decine e decine di assemblee pubbliche, referendum popolari, sondaggi attraverso dei questionari, si trovano oggi a dover segnalare per l’ennesima volta la inderogabile necessità di spostare il traffico di transito dal centro cittadino alla periferia del comune. Nel Pgt il percorso è previsto e di questo siamo soddisfatti però al tempo stesso dobbiamo anche costatare che da nessuna parte di questo strumento urbanistico viene evidenziato che almeno un primo lotto del progetto dovrà avere  priorità assoluta su tutti gli altri interventi urbanistici. Una mancanza che ci induce a pensare che ancora una volta gli amministratori pubblici hanno inserito il percorso della tangenziale esterna nel Pgt per gettare fumo negli occhi a tutti i cittadini che da trent’anni stanno aspettando che venga fatto qualcosa per allontanare le oltre 26.000 vetture che ogni giorno feriscono in modo ignobile il cuore del comune.

Conclusioni

Pur considerando positivo il fatto che il percorso della tangenziale esterna sia stato inserito nel Pgt siamo costretti a rilevare che manca qualsiasi riferimento a quella priorità che l’intervento meriterebbe non solo perché nonostante le continue sollecitazioni dei cittadini è disatteso da oltre trent’anni, ma anche perché il traffico di transito sta ormai soffocando e inquinando in modo pericoloso la vita dei residenti. Si chiede pertanto che venga inserito nel Pgt il principio che  il primo lotto della tangenziale esterna del comune di Trezzano avrà priorità assoluta rispetto a tutti gli altri interventi urbanistici.

CONCLUSIONI DELLE OSSERVAZIONI

Tutto lo strumento di programmazione, programma poco, ha tante belle intenzioni ma nessuna concreta, (tranne piste ciclabili) in quanto rimanda ai vari atti successivi di approvazione dei singoli ambiti l’individuazione degli interventi necessari a dotare il paese dei servizi indispensabili senza avere una visione globale delle esigenze. E’ poco probabile che nei singoli ambiti possa essere richiesta ad esempio la costruzione di una nuova struttura scolastica o se ciò è teoricamente fattibile come scomputo oneri significa che non vi saranno entrate per l’Ente per le altre esigenze.

A tale proposito si deve considerare che l’ampliamento di abitanti comporterà sicuramente l’ampliamento di strutture e servizi con i relativi costi di gestione, oltre che di costruzione, costi che difficilmente troveranno copertura nelle entrate impositive anche per mancanza di attività industriali-arigianali come già analizzato in precedenza.

Riteniamo inoltre indispensabile che sindaco, giunta, consiglio comunale e tecnici  facciano una puntuale verifica di tutti gli elaborati.

Ci si domanda ad esempio come si possa scrivere sul piano dei servizi (vedi pagina 24) che:” Il Centro Civico Ugo Tognazzi risulta in buono stato di manutenzione ma necessita di alcuni interventi di adeguamento alla normativa antincendio per permettere lo svolgimento di spettacoli con presenza di pubblico” e poi affittarlo regolarmente a società od associazioni.

Come del resto ci sentiamo in dovere di evidenziare l’esistenza di numerose imprecisioni per sviste materiali come diciture sbagliate, quali vie inesistenti, cartografie con indicazione di zone non corrispondenti, numero servizi errati (un esempio le 8 farmacie vedi piano dei servizi pagina 25), inesattezze nelle scale dei grafici per cui, ad esempio, 10 alunni sembrano una variazione immensa di numeri ed anche di difformità tra quanto ipotizzato e realtà.

Signor Sindaco, Signori Consiglieri comunali ci auguriamo che questa nostra breve ma incisiva analisi possa contribuire a che Voi consideriate con la dovuta riflessione ed onestà intellettuale come nell’ insieme lo strumento che avete adottato non corrisponde a quanto i cittadini di Trezzano chiedano per migliorare il loro territorio, già rovinato da precedenti interventi urbanistici disposti da chi vi ha preceduto. Ribadiamo che in base alla nostra ricerca attraverso il questionario è emerso che i cittadini trezzanesi, non chiedevano case, chiedevano collegamenti unificanti, un centro in cui incontrarsi per aggregarsi e sviluppare il loro senso di appartenenza, chiedevano infrastrutture per eliminare il traffico caotico ed il crescente e conseguente inquinamento atmosferico. Voi, al contrario, con lo strumento urbanistico messo in essere proponete case di cui nessuno ha, peraltro, bisogno, lasciando così completamente disattese le loro giuste richieste. E’ per questi motivi che noi non condividiamo in tutto la filosofia cui si ispira il Vostro Piano. Ed è per questo che vi chiediamo di accogliere, almeno in parte, le nostre proposte.

A nome di tutti i cittadini trezzanesi che abbiamo l’ onore di rappresentare,  per il momento esprimiamo quindi un giudizio negativo auspicando che, nell’interesse della collettività, il piano venga modificato accogliendo e condividendo le nostre osservazioni.

I Comitati di Quartiere

Marchesina

Centro Storico

Via Cavour

Via Marconi

La Rocchetta

Il Borgo

Trezzano Nord

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